Ville sul lago Maggiore – Ghiffa (VCO) – progetto preliminare

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Il progetto riguarda un piccolo lotto localizzato in un’area boscata posta al di sotto del complesso monumentale del Sacro Monte di Ghiffa, alle falde del monte Carciago. Quello di Ghiffa, insieme ai sacri Monti di Orta e di Varese, rappresenta la declinazione locale del modello architettonico borromaico per una puntuale presenza della Chiesa sul territorio cisalpino; cioè di quel Manierismo religioso che a Varese, con il Pellegrini, viene interpretato in chiave piu’ classica quasi michelangiolesca, a Ghiffa il severo linguaggio murario valligiano da forma alla poetica ed alla liturgia borromaica con il bellissimo rapporto tra il bianco dell’intonaco ed il grigio delle pietre delle colonne e delle piode delle coperture.
Il contesto paesaggistico è quello naturalistico del bosco con pero’ la piu’ che significativa presenza del Santuario a settentrione, come imprescindibile emergenza monumentale.
L’altra emergenza paesaggistica, che è poi forse la prima, è costituita dal Lago, la cui vista rappresenta la circostanza piu’ significativa per questo piccolo lotto edificabile nascosto nella boscaglia.
Il progetto prevede la realizzazione di cinque case unifamiliari cosi disposte: le prime due, accostate, sono posizionate nella parte piu’ alta e pendente del lotto, piu’ vicini all’ingresso del lotto dalla strada sterrata ”principale”; le seconde tre, sempre accostate, posizionate nella parte piu’ bassa e meno pendente del lotto.
A questo piccolo complesso si accede attraverso un percorso carraio- pedonale, parallelo al sentiero di pietra in discesa verso ovest, che si diparte dal sentiero principale.

Il contesto ambientale, inteso anche come riferimento progettuale è costituito, pertanto, dalla sua posizione di fronte al lago e dalla importante presenza del Santuario, con il suo portato simbolico e materico. Non vi si scorgono altri riferimenti prossimi; nel senso che il lotto è sostanzialmente isolato e distante da nuclei abitati storici.
Il progetto proposto ha fatto una scelta di autonomia stilistica ma di raccordo linguistico.
Nel senso che la forma che il progetto ha voluto dare a queste case unifamiliari è esclusivamente condizionata, anche un po’ espressionisticamente, alla loro posizione di fronte al lago. Non si fa riferimento a tipologie edilizie locali; e cio’ per fatto, appunto, che il lotto è isolato, senza condizionamenti stilistici prossimi, ed il riproporre stilemi propri delle case isolate di montagna ci sarebbe parso un po’ retorico. In termini linguistici, viceversa, cioè di linguaggio materico legato alla tradizione costruttiva locale, le materie del progetto sono: la pietra spacco, l’intonaco bianco, il legno.
L’architettura di questa cinque unità si articola intorno alla sintassi dei volumi squadratati giustapposti e trattati con materiali differenziati.L’intendimento è quello di proporre una composizione elementare, orientata verso il lago, stilisticamente neutrale nei confronti del manierismo del Santuario.Il piano giorno è un parallelepipedo aperto soltanto sul fronte lago e rivestito in pietra;Il piano notte è un parallelepipedo sovrapposto a quello sottostante, con una ampia loggia fronte lago e bucature di servizio sugli altri lati, intonacato bianco, con una copertura incorporata, realizzata con un giardino pensile.
Il corpo scala è un parallelepipedo posato verticalmente, realizzato con un telaio di legno bianco, tamponato con una listellatura orizzontale,con una copertura chiusa ed addossato al corpo abitativo.
I posti auto sono contenuti in un parallelepipedo realizzato come quello del corpo scala, con una copertura che per metà ospita i pannelli termici e quelli fotovoltaici.
Questi volumi sono aggregati per un insieme di due unità nella parte alta e di tre unità nella parte piu’ bassa.

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